mercoledì 2 ottobre 2013

Cavalleria Rusticana-Parte 1

 
Buonasera a tutti e ben ritornati!
Finalmente vi comincerò a parlare di "Cavalleria Rusticana".
Pian piano vi posterò le arie e le scene più famose, accompagnandole con un commento esplicativo.
E' un'opera chiamata verista, in quanto presenta temi appartenenti a quella corrente e si ispira proprio all'omonima novella di Verga. E' stata composta da Pietro Mascagni, e rappresentata per la prima volta nel 1890.
L'opera è ambientata negli ultimi anni dell'800 in Sicilia. E' il giorno di Pasqua e i protagonisti sono Santuzza, Turiddu, Alfio, Lola e Mamma Lucia.
Santuzza è interpretata da un soprano, o talvolta mezzosoprano. Turiddu è ruolo per tenore, mentre Alfio è un baritono. Lola è un mezzosoprano e anche Mamma Lucia, di solito; anche se Mascagni ha scritto il ruolo per contralto.
Chiariamo un po' i loro legami.
Turiddu e Santuzza(chiamata anche Santa), due contadini, sono fidanzati. Lucia è la madre di Turiddu. Alfio e Lola sono a loro volta sposati.
Si apre con un preludio, seguito poi dalla "Siciliana", come viene comunemente chiamata. Non è altro che una serenata cantata a Lola da parte di Turiddu. Si è, come si capisce, recato sotto casa sua, per dimostrarle il suo amore. Infatti, prima di partire per la guerra, come ci spiegherà Santuzza, Turiddu era fidanzato con Lola che, in sua assenza, ha sposato il carrettiere Alfio.
Comunque, mettiamo in ordine la situazione: l'opera,abbiamo detto, si apre con questa serenata(che adesso vi posterò e, per chi non fosse interessato al preludio, parte al minuto 2:30)


Qui a cantare è il tenore drammatico Gianfranco Cecchele, in una versione cinematografica diretta da Herbert Von Karajan nel 1968. Sono presenti sottotitoli in italiano per tutta l'opera. Ecco il testo originale,in siciliano:
O Lola ch'ai di latti la cammisa
Si bianca e russa comu la cirasa,
Quannu t'affacci fai la vucca a risa,
Biato cui ti d? lu primu vasu!
Ntra la porta tua lu sangu ? sparsu,
E nun me mporta si ce muoru accisu...
E s'iddu muoru e vaju mparadisu
Si nun ce truovo a ttia, mancu ce trasu.

Ed eccone la "traduzione", o meglio, resa in italiano:
O Lola che hai la camicia sporca di latte
sei bianca e rossa come l'albero di ciliegio
quando ti affacci sorridi
beato chi ti da il primo bacio
dentro casa tua è stato sparso il sangue
e non m'importa se anch'io muoio ucciso
e se capita che muoia e vada in paradiso
se non ci trovo te non c'entro nemmeno           
 


Quindi, subito dopo il preludio troviamo questa romanticissima serenata accompagnata solo dal suono dell'arpa. Tale siciliana va cantata a sipario chiuso. Nessuno sa che Turiddu ha mentito ed è andato da Lola.
Notiamo la bravura di Cecchele: grande tenore, purtroppo poco conosciuto. Qui canta un repertorio molto congeniale alla sua voce scura e robusta, penetrante. La voce è in maschera, proiettata.
Ehm...Non vi preoccupate, col tempo capirete tecnicismi e tutto il resto.
L'opera prosegue con il continuo del preludio, fino all'incipit de "Gli aranci olezzano". Ma ne parleremo la prossima volta...
Un saluto a tutti e presto!




Vale



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